XIN YI
Nell’universo delle arti marziali cinesi ci sono centinaia di stili diversi, ma solo tre sono da sempre considerati interni: il Taiji Quan, il Bagua Zhang e lo Xing Yi Quan.
Delle tre arti la più istintiva e diretta è proprio lo Xing Yi, il suo scopo primario è l’efficacia e l’efficienza nel combattimento, ma non di meno, al pari del Taiji e del Bagua, ha notevoli effetti sul benessere psicofisico.
Questo stile di Xing Yi Quan, le cui origini risalgono al XII secolo originario della provincia dell’Henan, il cui nome esatto è: Xin (cuore) Yi (mente) Liu (sei) He (armonie) Quan (boxe).
La boxe del cuore e della mente, delle sei armonie e dei dieci animali -, si differenzia dagli altri stili di Xing Yi per l’enfasia posta più sullo xin (cuore) che non sullo xing (forma o struttura corporea), e per una caratteristica fondamentale chiamata corpo del drago che sviluppa ai massimi livelli il potere torsivo del corpo e la forza a spirale, potere concentrato principalmente nel sistema bacino/anche e nella colonna vertebrale (vita/collo).
Caratteristica fondamentale di questo stile è la sua essenzialità tecnico-stilistica, le tecniche elaborate sono bandite e le più devastanti nascono da pochi ed essenziali movimenti del corpo, che opportunamente allenati e potenziati permettono di muoversi con grazia e potenza.
Ecco il segreto per diventare potenti:
a) non studiare innumerevoli combinazioni tecniche, ma ricercare lo sviluppo delle caratteristiche fondamentali che rendono il corpo forte, flessuoso, agile come quello di un animale allo stato brado in grado di adattarsi alle mutevoli e imprevedibili situazioni di un combattimento reale, dove non esiste divisione tra tecniche di percussione (calci, pugni, gomitate e ginocchiate), leve articolari, proiezioni e lotta a terra;
b) allenare la mente ad essere lucida e tranquilla come quella di una tigre in caccia che sa aspettare pazientemente il momento propizio per attaccare;
c) avere lo spirito sereno come un’aquila in volo in grado di percepire con un colpo d’occhio i minimi mutamenti, le sottili variazioni della situazione, così da cogliere il risultato con il minimo sforzo e la massima efficacia.
Un altro aspetto che lo rende interessante ai praticanti è che, contrariamente al Taiji e al Bagua, non richiede tempi lunghi perché sia praticamente applicabile. Il segreto di questa immediatezza è:
a) – Le forme, poche, semplici ed essenziali senza inutili abbellimenti stilistici, sono un sistema perfettamente integrato e intelligente di movimenti naturali e istintivi che, non solo rispettano l’anatomia strutturale del corpo esaltandone al massimo le potenzialità, ma offrono un ventaglio di combinazione tecniche adatte al combattimento reale.
b) – il potente e intelligente lavoro in coppia che, oltre a sviluppare abilità quali: agilità, destrezza, coordinazione neuromotoria, sensibilità propriocettiva di braccia e gambe, rinforza strutturalmente le parti del corpo che vengono a contatto.
Tutto il corpo si trasforma così in una micidiale e flessibile arma in grado di colpirti mentre ti fa una leva, di proiettarti mentre ti colpisce, di seguirti anche nella lotta a terra e così di seguito in un’adattabilità operativa senza schemi fissi. È nell’istintività selvaggia e nella ricerca di una agilità spontanea e naturale simile a quella animale che sta la differenza principale dello Xin Yi Quan rispetto al Taiji e al Bagua.
LIU HE XIN YI QUAN
Xin (cuore) Yi (mente) Liu (sei) He (armonie) Quan (boxe)
–La boxe del cuore e della mente, delle sei armonie e dei dieci animali- è il nome di questo antico stile di arte marziale interna, nome che come una carta costituzionale, ne definisce i principi fondamentali e traccia in maniera chiara il percorso operativo di pratica.
Carta costituzionale che definisce i “poteri istituzionali” dei vari membri Yi (intelligenza),
- Xin (emozioni),
- Dieci Animali (istinto – potere fisico) – e i relativi “rapporti istituzionali”
- Liu He (sei armonie) – che questi devono intrattenere fra di loro.
- Potere dello Yi inteso in tutte le sue molteplici sfaccettature: dalla volontà alla consapevolezza, dalle capacità cognitive razionali a quelle intuitive.
- Potere dello Xin con tutti i suoi aspetti legati alle diverse dimensioni emozionali e ai rapporti che esse hanno con la mente e con il corpo.
Potere dei dieci animali come principio attivatore delle qualità istintive e dei poteri selvaggi del corpo.
- sei armonie – Liu He come linee di comunicazione per regolare sia i sottili rapporti interiori tra le qualità prettamente umane (Yi e Xin) e quelle istintive e selvagge che condividiamo con gli animali, sia i rapporti dinamico-strutturali tra le diverse parti e forze del corpo.
XIN (cuore) non inteso semplicemente come organo fisico, ma come qualcosa di molto più vasto e coinvolgente, dove l’organo fisico non è solo la manifestazione materiale di forze ed energie che sostengono e nutrono l’essere umano, ma è anche centro d’interscambio multidimensionale in cui l’energia vitale (Qi) si trasforma in energia spirituale (Shen), la fredda razionalità si scalda al calore delle passioni, la forza immaginifica della mente, filtrata come la luce in un cristallo, dispiega tutte le sue sfumature cromatiche sciogliendo tensioni e blocchi e attivando poteri ed energie fisiche e mentali (calma, serenità, coraggio).
Nel cuore il pensiero si fonde nell’azione e l’istinto selvaggio dell’animale allo stato brado si armonizza con le qualità umane della mente, realizzando l’armonia funzionale interattiva tra intelligenza, emozioni ed istinto. Allenare il cuore significa trasformare l’energia delle pulsioni fondamentali (istinto di sopravvivenza, lotta, fuga) allineandola alle nostre intenzioni, affinché non ci sia conflitto tra ciò che la mente vuole e il cuore desidera, significa farlo pulsare al giusto ritmo così da regolare non solo il flusso sanguigno, ma anche il flusso dei pensieri, evitando che diventando caotici e confusi offuschino lo specchio della mente.
Yi
Yi (mente) non solo processi mentali, ma anche qualità interiori (volontà, attenzione, concentrazioni, coscienza, consapevolezza), non solo razionalità ma anche intuizione, non solo linguaggio ma anche azione, non solo cervello ma anche cuore.
Cuore che con il suo ideogramma alla base dell’ideogramma Yi ci fa capire ancora di più il loro profondo legame e né definisce la reciproca relazione che vede il cuore sostenere la mente nel suo pensare, aiutarla a discernere la qualità dei pensieri, filtrandone gli umori negativi.
Legame mente/cuore che rappresenta una delle più antiche e arcaiche intuizioni dell’umanità, oggi realtà scientifica (Vedi Scienza, Tao e Arte del Combattere), che i maestri hanno imparato ad usare non solo per fare in modo che il coraggio del cuore, privo della capacità discriminante e riflessiva della mente, sfociasse nella temerarietà impulsiva; e che la mente, priva della compassione del cuore, diventasse spietata e insensibile, ma anche per attivare forze ed energie nascoste nella profondità del nostro corpo.
Nello Yi, nella sua manifestazione come volontà/intento, c’è il segreto per cogliere lo spirito animale, il segreto per governarlo e farlo diventare potere, nel sistema nervoso gli strumenti per realizzarlo.
LIU HE
Nei San He
- le tre armonie interne – e Wei San He
- le tre armonie esterne -.
Armonie esterne: mano in armonia con piede * gomito in armonia con ginocchio * spalla in armonia con anca.
Armonie interne:
- Spirito / Intenzione
- Intenzione / Qi
- Qi / Forza
Attraverso la pratica dello Xin Yi Quan noi non facciamo altro che riscoprire e attivare questo profondo legame tra mente e cuore. Legame rinforzato dal lavoro interiore (Nei Dan) di sincronizzazione tra:
-lo spirito (Shen) e l’intento o volontà della mente (Yi)
- tra l’energia vitale (Qi) e la forza interna (Jin)
- e dal lavoro interno strutturale (Nei Gong) di sincronizzazione motoria e di connessione interna di mano/piede, gomito/ginocchio, spalla/anca.
I DIECI ANIMALI 4 mammiferi: tigre, orso, scimmia, cavallo
4 uccelli: aquila, gallo, falco, rondine
2 rettili: drago, serpente
Lo Xin Yi si ispira agli animali che combattono per la loro sopravvivenza ed agiscono nel modo più selvaggio possibile. Non si attende, né si arretra, si attacca diretti, letali, rapidi, implacabili.
Lo Xin Yi è il predatore, il nemico la sua preda.
Obbiettivo primario è quello di ottenere lo spirito animale, una qualità nel muoversi, nel percepire, nell’essere, che caratterizza questo stile unico e selvaggio.
Si lavora l’abilità di identificarsi con l’animale, per combattere in quel modo così perfetto, sintesi istantanea di una profonda armonia istintuale.
Ogni animale, è l’archetipo di un particolare modo di agire e di essere, la capacità d’identificazione attraverso un profondo processo di mimesi ci permette di coglierne le diverse qualità se evocato correttamente dal potere immaginifico della mente, e permette di sfruttare istintivamente i poteri nascosti del corpo.
I dieci animali non sono solo schemi motori funzionali ad un efficace e naturale modo di muoversi, dove ogni gesto inutile è bandito, ma rappresentano un sistema di funzioni integrate per sviluppare tutte quelle qualità e abilità necessarie a un artista marziale completo: mente calma, spirito sereno, agire efficace.
Ogni figura rappresenta un particolare modo di agire e di essere, di rapportarsi con la realtà, rappresenta e mette in atto strategie differenti in funzione delle differenti situazioni per l’efficacia dell’azione
Efficacia dell’azione, frutto dell’agire spontaneo dello spirito animale, che non scaturisce da schemi precostituiti, ma dalla capacità istintiva di cogliere e sfruttare il potenziale della situazione.
I dieci animali sono come lettere di un alfabeto, secondo come le combiniamo cambiano la loro pronuncia, hanno un differente suono, ottengono un differente risultato, si possono differenziare in una serie di sistemi tecnico-tattici basilari in grado di dare luogo a una complessa strategia di combattimento che lascia interdetto l’eventuale avversario.
Complessità strategica che non si acquisisce, ripetiamo, studiando e cercando di memorizzare innumerevoli combinazioni tecniche stereotipate come fanno alcuni moderni praticanti di discipline di combattimento, ma lavorando schemi motori (percorsi di forza) interni in grado di dare origine alle varie tecniche e alle loro innumerevoli combinazioni in maniera naturale e spontanea senza bisogno di ragionare, senza bisogno di pensare, ma adeguando, combinando e ricombinando i nostri gesti tecnici in maniera creativa ed efficace.
Notevole importanza è attribuita ai 6 poteri, un gruppo di “prerogative” che caratterizzano tutti i movimenti indistintamente in ogni momento, ma sono amplificati ciascuno in un particolare animale al fine di rendere strutturato l’allenamento:
LA VITA DEL DRAGO
LE ZAMPE DEL GALLO
LA SCHIENA DELL’ORSO
IL COLLO DELLA TIGRE
L’ARTIGLIO DELL’AQUILA
IL SUONO DEL TUONO
Una vita forte e potente (la vita del drago) in grado di generare non solo una forza distruttiva centrifuga, ma anche di controllare e dirigere il corpo nei suoi repentini cambi di direzione, dinamicamente sorretta da un potente sistema di ammortizzatori-propulsori (le zampe del gallo) che la mantengono in ogni situazione perfettamente bilanciata e in equilibrio, cosi che possa incanalare e trasferire senza sprechi lungo la colonna (la schiena dell’orso) la potente spinta propulsiva del sistema vita-bacino-anche fino al collo (il collo della tigre) e alle mani (l’artiglio dell’aquila). Il potere del suono è il più esoterico dei sei poteri, e riguarda la capacità di emettere suoni in armonia con i movimenti del corpo in grado, come il ruggito della tigre, di destabilizzare l’avversario.
DRAGO …le spire di un drago fluttuano nell’aria. Il corpo come una molla in tensione, la metà superiore e quella inferiore continuamente in contro-torsione dinamica, produce un potente potere torsivo che genera una forza centrifuga simile a quella del ciclone.
Il drago è l’animale più completo, l’unione ideale di tutte le abilità. Il potere del drago sta proprio nel suo essere un animale mitico, e in quanto tale per essere colto richiede il potere creativo dello spirito. Cercare di identificarsi con questo animale richiede un’attivazione profonda di tutte le nostre qualità interiori, dalla forza di volontà alla consapevolezza, dalle capacità cognitive razionali della mente a quelle intuitive dello spirito, dall’armonizzazione sensoriale (sistema nervoso neurosensoriale) al controllo motorio (sistema nervoso neuromotorio).
Cercare di coglier lo “spirito del drago” porta la nostra mente oltre i normali confini del pensare, la costringe ad andare oltre il “pensabile”, la costringe a percepire ciò che i normali sensi non riescono a percepire. AQUILA…un’aquila artiglia la sua preda, la mano come artiglio colpisce e non torna mai vuota.
L’aquila è il principio aereo, è la leggerezza, l’essenza della liberta dello spirito, la capacità di cogliere le cose intuitivamente, globalmente, ma non di meno di catturare il particolare, l’insignificante, la minima sfumatura con precisione impeccabile e intento inflessibile. Il suo atteggiamento è la maestosità del cielo, l’elevazione verso l’alto, l’espansione della percezione nello spazio circostante oltre i normali confini del corpo, segnandolo con la propria intenzione e trasformandolo in struttura portante del movimento, all’interno del quale ci si muove con assoluto dominio.
Sentire le braccia come ali e le mani come artigli, genera un’estensione della percezione corporea che arriva fino alla punta delle dita ed oltre, permettendo lo sviluppo di una potente coscienza combattiva diffusa su tutto il corpo. Nello stile si combatte con ogni estremità (i sette pugni), piedi, ginocchia, anche, spalle, gomiti, mani, testa, tutto deve essere vivo, vigile e reattivo.
ORSO…un orso inferocito -pesantezza yang.
La schiena che scocca le braccia con la violenza di un orso.
L’orso è il principio yang, la forza della terra, l’essenza della pesantezza. Rappresenta la forza che preme, sciaccia a terra come il principio An del Taiji Quan. Come l’orso riesce a scatenare una grande ferocia, il praticante studia come realizzare attacchi devastanti, concatenati naturalmente, così ravvicinati da non poter essere avvertiti, la combinazione tipica prevede la successione gomito palmo dall’alto verso il basso.
La pesantezza dell’orso non significa assenza di fluidità, o lentezza, il segreto di questa alchimia è nel potere della colonna vertebrale, usata come organo di trasmissione attivo ed intelligente della forza.
Potere della colonna che si realizza attraverso il preciso rapporto gerarchico funzionale tra:
a) la parte posteriore (la schiena dell’orso) e la parte frontale del corpo, che significa essere yin, morbidi, flessibili, ricettivi davanti e yang, solidi, potenti dietro;
b) il dantian addominale e quello toracico che lavorano come due potenti sistemi pneumatici.
TIGRE…una tigre osserva la sua preda – determinazione nell’attacco – potere del collo.
La tigre rappresenta il potere del collo, il secondo sigillo della colonna vertebrale, bio-meccanicamente è un controllo direttivo della potenza, senza questa sezione non si può controllare la forza, perché manca la precisione del gesto. Potenza che si esprime in potenti ma precisi balzi in avanti simili a quelli che la tigre compie quando cattura le sue prede, che possono essere il potente bufalo, ma anche il piccolo coniglio o l’imprevedibile volatile.
GALLO…un gallo che corre – avanzare in equilibrio – le gambe micidiali come le zampe del gallo.
Il Gallo, essenza dell’equilibrio dinamico, è sempre presente nelle movenze dello stile, al punto da essere praticato costantemente, ed essere considerato una delle figure più importanti.
E’ simile al peng del Taiji, sintesi del concetto di parata penetrante–impenetrabile, reagisce come una palla elastica che schiacciata restituisce la spinta incamerata.
In questo stile è espresso con il gomito verso il basso, radio ed ulna in massima stabilità, davanti al viso, in torsione completa, avvolti dai muscoli lungo l’asse centrale dell’avambraccio, con la mano opposta che rimane sotto e dietro al gomito, pronta alla variazione, in stato di massimo potenziale.
Spesso si fa riferimento alle zampe del gallo, e alla loro funzione combattiva, attivando la capacità dei piedi di intercettare, incollarsi, seguire, anticipare colpire ecc..
Bisogna essere in grado di avanzare rotolando. Come accade nel Taiji o nel Bagua, ogni passo dello stile è una tecnica completa, adeguabile in base alla distanza d’ingaggio, direzione, altezza e finalità.
SERPENTE…un serpente avvolge la preda – flessuosità – gli arti come fruste avviluppano il nemico inesorabilmente.
Il serpente pone l’enfasi sulla rotazione del centro inferiore, le chiavi di volta sono le anche, il bacino e il lavoro gravitazionale; gli altri due centri seguono elasticamente propagando ed amplificando l’azione.
La mente compie un grandissimo lavoro di tipo immaginifico, per preparare il “guizzo” del serpente, e la sua capacità di “stritolare” le prede, muovendosi con continuità torsiva.
Gli arti superiori compiono ampi cerchi e creano un effetto machete, che tra la sua forza da potenti meccanismi di sollevamento/abbassamento/rotazione che imprimono una tremenda forza centrifuga.
La forza percorre vorticosamente la colonna sfruttando la componente gravitazionale (forza-peso) sull’asse verticale in modo da appesantire il gomito (ginocchio) e la mano (piede), mentre la componente rotazionale scaglia le braccia in una rivoluzione profonda che protegge/attacca i 3 livelli (alto, medio, basso).
SCIMMIA…una scimmia gioca tra gli alberi – agilità -creatività, agire con l’astuzia.
La posizione della scimmia, che nella dinamica delle braccia ricorda mani come nuvole del Taiji Quan, se né differenzia per la maggiore torsione di tutto il corpo. È come il gallo che ruota per proteggere il lato sfruttando la rotazione per generare energia cinetica/potenziale.
La forza scorre avvolgendosi lungo la colonna vertebrale, che si comporta come una trasmissione moltiplicatrice di potenza, e si manifesta in una dinamica centrifuga che conferisce agilità e destrezza.
Contiene moltissime varianti (la scimmia ruba la pesca, rompe la noce di cocco, si arrampica sull’albero), tutte si basano sull’uso agile del corpo, sul cambio di direzione e sulla variazione improvvisa di velocità.
La cosa comune è l’approccio mentale e lo spirito; è importante immedesimarsi nell’animale al punto di muoversi nello stesso modo, combinare, variare naturalmente nel modo più imprevedibile possibile
FALCO…un falco vola in caccia – ghermire la preda – le braccia colpiscono rapide come le ali del falco.
Il falco concentra l’abilità di muoversi in poco spazio andando incontro alla tecnica avversaria, incollandosi ad essa, dando l’impressione di non intervenire fino alla fine, per poi attaccare dal basso verso l’alto.
Si usano posizioni molto defilate, e movimenti di mano rapidi, s’impara a “nascondersi” dietro alle parate senza dare informazioni sensoriali all’avversario, in modo da attaccare quando non siamo visibili.
É importante non trasmettere informazioni al sistema nervoso avversario attraverso un contatto grossolano e impreciso, perché gli arti sono apparati ultrasensibili ricchi di recettori in grado di captare informazioni, che possono generare reazioni imprevedibili, in maniera diretta senza un’intenzione cosciente.
Infatti, le reazioni umane più pericolose nell’ambito del combattimento, sono dettate solo marginalmente dal lato cosciente/razionale messo in cortocircuito dai meccanismi reattivi rapidi legati alla sopravvivenza, non gestibili coscientemente, che sfruttano una quantità d’informazioni immensa, proveniente da una rete di sensori eterogenei dislocati strategicamente in tutti i muscoli, tendini, legamenti e articolazioni.
RONDINE…una rondine che gioca versatilità, variazione di altezza – scendere e risalire rapidi come una rondine su uno specchio d’acqua.
Nella rondine é espresso maggiormente il concetto di cambiamento d’altezza alto-basso. Ispirandosi ai cambi di traiettoria improvvisi delle rondini, ci si allena per sviluppare l’abilità di variare improvvisamente la sezione attaccata, portando tecniche circolari da figure che alternano posizioni strette a posizioni profonde.
La rondine è nascosta in molte altre figure ed ha numerose varianti, uno dei movimenti simili trattati è il “generale guarda la battaglia
Le posizioni di questa figura sono defilate, il corpo è disposto di taglio, le braccia si comportano, nel loro caratteristico profilo arcuato simile alle ali di una rondine, come lame di un abile spadaccino infilandosi tra gli interstizi della difesa avversaria, seguendone il contorno del corpo e dividendone la forza, colpendo in maniera precisa e imprevedibile.
CAVALLO..colpire come un cavallo che scalcia – potenza nei colpi.
Nel cavallo si cerca di imprimere la maggior forza e il maggior peso possibile ai pugni, che diventano pesanti come degli zoccoli.
L’arco della schiena è teso, si manifesta un forte potere torsivo sulle braccia, tutto il corpo come un potente arco carica la tecnica.
Si devono generare due vettori forza ideali che spingono in direzioni contrapposte come nella figura della tigre, il primo è diretto frontalmente ed è applicato ai pugni, il secondo ha il punto di applicazione nella zona lombare tra seconda e terza vertebra (zona ming men), e condivide la direzione del precedente ma ha verso opposto.
(Gentile concessione del Maestro Flavio Daniele)